PENSIERI OZIOSI

DI UN OZIOSO COGOLETESE FORESTO

OTIUM E NEGOTIUM

 MEDITAZIONE ED ATTIVITA’ PROFESSIONALE

 

"I pensieri oziosi di un ozioso" di Jerome K.Jerome nacquero nel 1888 come articoli per un mensile e vennero raccolti l'anno dopo in un volume di successo.

E’ un libro di riflessioni, non certo riflessioni morali: nessuno scrittore è più lontano di Jerome da qualunque proposito di edificazione di rigenerazione morale dei lettori.

Nella prefazione al libro (che dedicò alla sua pipa) Jerome volle essere chiaro al riguardo:

"Oggigiorno i lettori pretendono che un libro corregga, istruisca ed elevi. Questo mio volume non e-leverebbe una mucca."

Virtù e vizi sono ammessi: liti domestiche, peccati di gola, mogli imperiose, mariti che se la svi-gnano con gli amici, amici solidali ma disastrosamente inetti, sono solo alcune delle persone e delle situazioni che Jerome descrive.

In questa raccolta cogoletese invece queste piccole disavventure della vita coniugale ed amicale, che a Cogoleto chiamano “ceti” e che attengono al “familismo amorale” dei giorni nostri, non ci so-no.

Le cose che ho scritto sul giornalino di Cogoleto a dicembre e a maggio a proposito delle iniziative politiche dei rinati socialisti sono state considerate molto interessanti da molti lettori, che me l’han-no detto di persona, ma un pò troppo sincere e veritiere da alcuni che di politica si occupano abi-tualmente (anche tra i miei compagni di viaggio cogoletesi) e così ho deciso di creare uno spazio di informazione “liberamente di parte” dove la poltica sia sincera e non “simulare ac dissimulare”.

La contrapposizione fra otium ("ozio") e negotium ("attività lavorativa") è concepita, nella tradi-zione classica, come una necessaria alternanza fra gli svaghi e gli impegni della vita pubblica.

Il termine negotium è composto da nec e otium e significa letteralmente "non ozio":

Cicerone, De officiis, III 1: "il mio ozio, invece, è imposto non già dal desiderio di quiete, ma dal non aver più nulla da fare".

L’ozio dedicato ad attività culturali, alle humanae litterae, è teorizzato ancora da Cicerone nelle Tu-scolanae disputationes:

(V 36: "cosa c’è di più dolce dell’ozio letterario? Alludo a quegli studi per mezzo dei quali arri-viamo a conoscere l’infinita natura, e il cielo e la terra e i mari, mentre siamo ancora nel mondo"). QUELLO CHE SCRIVO NON E’ DUNQUE LA POSIZIONE UFFICIALE DELLO S.D.I. O DELLA ROSA NEL PUGNO MA SOLO IL MIO PENSIERO OZIOSO E NE SONO L’UNICO RESPONSABILE

e-mail: architettocereda@tin.it 

FOGLIO QUINDICINALE

1/2006

Di A.Cereda                                                                                 Prodotto in proprio

VERITA’ = FELICITA’ E LIBERTA’

 

Adesso che le forze dell’ordine hanno preso Bernardo Provenzano, dopo 40 anni di latitanza, ab-biamo scoperto come si gestisce in modo centralmente “mafioso”, ad uso criminoso, l’informazio-ne: basta un cifrario e i “pizzini” cioè dei bigliettini con gli ordini del “boss”.

Diversamente da Provenzano (che amava il silenzio, i misteri ed i segreti) sono personalmente con-vinto che “la verità rende l’uomo libero” e la mia convinzione deriva da qualcosa del catechismo che mi hanno insegnato all’Oratorio di un paesino della Brianza, dove sono nato, e da qualcosa del pensiero di Epicuro di cui mi parlò nelle sue lezioni di filosofia, al Liceo Scientifico di Monza, il Prof. Renato Fabietti.

Nel Catechismo della Chiesa Cattolica, al Capitolo su “la libertà dell’uomo” è scritto che in Cristo “…abbiamo comunione con la verità che ci fa liberi.”.

QUINDI: VERITA’ = LIBERTA’!

Epicuro diceva più o meno: “La verità per cui l'uomo è libero da qualsiasi imposizione è quindi fonte di piacere e ogni uomo, proprio perché non vi è nulla che lo costringe, è in grado di ricercare la felicità con le proprie for-ze.”

QUINDI: VERITA’ = FELICITA’!

Per me, il tramite con questo elevato modo di pensare, fu Renato Fabietti, autore, con Augusto Ca-mera, di uno dei più diffusi manuali di storia per le scuole superiori.

Ora vengo a sapere che tra i libri di testo che Francesco Storace avrebbe voluto abolire nel Lazio (u-na vera lista di proscrizione), quando era Presidente della Regione, c’era anche il libro di Storia del mio professore e, a questo punto, non mi meraviglia più che, da Ministro della Sanità, se la pren-desse con la legge 194, quella per la tutela della maternità, e con la 180, quella che ha chiuso i ma-nicomi.

Ma siamo proprio sicuri che abbia tagliato le sue radici fasciste?

Meno male che per una gialla vicenda di spionaggio politico, ancora da accertare, se ne è dovuto andare in anticipo, prima del Berlusconi, ma è di nuovo tuttora tranquillamente seduto sugli scranni di Palazzo Madama.

A me, solo a sentirlo, sono venuti i brividi e mi è venuto in mente un film “Fahrenheit 451”, la tem-peratura alla quale i libri bruciano.

“UN UOMO DA MARCIAPIEDE”

PER LA ROSA NEL PUGNO

 

Dicono che sono un po’ “logorroico” ma credo di essere al contrario “asciutto, scarno ed essen-ziale” e penso di avere molte cose da dire (spero interessanti) e comunque vi racconto, scrivendo a modo mio, la “weltanschauung” da marciapiede (nella filosofia e nella critica letteraria “weltan-schauung” è la concezione del mondo propria di un individuo, di un popolo, di un’epoca storica) – (da marciapiede è in presa diretta, parlando con la gente).

La prospettiva che assumono il mondo e l’umanità visti dal marciapiede è straordinaria ve lo posso assicurare!

Come potete immaginare mi ispiro al film “Un uomo da marciapiede” – Midnight Cowboy (man-driano di mezzanotte) e guardando il vocabolario scopro che: Cowboy = persona rude, resistente al-le fatiche e dotata di coraggio e spirito d'iniziativa... …praticamente sono io: attivista politico per la Rosa nel Pugno solitario sui marciapiedi di Cogoleto (qualche volta (incredibilmente!) con alcuni miei compagni di viaggio).

Credo che mi abbiate visto tutti in giro per Cogoleto: le bandiere della RnP garrivano al vento, il ta-volino e le sedie pieghevoli erano comode e per me è stata una esperienza molto interessante e viva.

Davo i miei volantini con l’invito ad UN VOTO DI LAICITA’ con un “Buongiorno!” o con un “posso disturbare!” e la gente li prendeva volentieri e ringraziava.

Ma c’è stato anche chi non ha gradito e chi invece ci ha messo il cuore come potete notare qui:

PORCU CAN! - Davanti al Circolo Velico vengono verso di me due signore molto eleganti, forse mie conterranee lombarde, la più giovane allunga la mano, la più vecchia intercetta la ma-no e dice “No, non ci interessa!” si allontanano e la vecchia borbotta alla giovane “Ma non vedi che è roba di sinistra!”. Come se la “roba di sinistra” fosse roba da non leggere. Io leggo anche roba di destra e non me ne vergogno. E’ un po’ come vaccinarsi, se leggi di destra poi non ti viene “l’aviaria”.

CAPA SCARICA… - Sempre davanti al Circolo Velico arriva correndo un giovane col “bom-ber” e il berrettino con la visiera, mi faccio incontro e dico: “E’ un partito nuovo che dovrebbe piacere ai giovani…”, si irrigidisce, quasi sull’attenti!, alza il braccio a mo’ di saluto romano e urla: “Sheva…Sheva…Milan…Milan!”, mi siedo e rimetto a posto tranquillo il volantino col programma che volevo dargli, mi sa che non serve!. Chissà cosa ne pensa Moggi e poi, adesso Sheva se ne è andato e noi siamo “campioni del mondo”..popopopopopooo…! E il suo Milan qualche problemino ce l’ha coi suoi 8 punti in meno, nonostante Berlusconi.

ANIMA CANDIDA… - Ai bagni Lido una giovane in tenuta da “biker”, frena si toglie i guanti, legge i manifesti e mi fa: “Ma si ricorda lei la qualità dei politici della prima repubblica: Ber-linguer, Pertini, Andreotti, Craxi, Spadolini… e la banalità populista e inconcludente di Bondi, Tajani, Vito… povera Italia altro che Forza Italia!”. Io annuisco, lei si rimette i guanti e va via contenta.

C’E’ O CI FA… - In Via Piave incontro una vecchia mia conoscenza, un signore di una certa e-tà, simpatico, affabile, gli vado incontro, allungo la mano e…con mia grande sorpresa: “No, no, no! Vade retro! Siete dei senza Dio: laicisti!!!”.

Mi stupisce, ancora una volta, questo modo di associare la nostra petizione per la laicità dello Stato con (il supposto diabolico) “laicismo” (che lessicalmente, se non sbaglio, sarebbe poi “praticare la laicità”).

Mi chiedo: in quale altro paese d'Europa il Papa avrebbe potuto, di fronte al capo di un qualsiasi altro Stato, affermare che non si può parlare di laicità ma solo di laicità sana, intendendo in questo modo negare apertamente il valore del pluralismo e la parità nella quale si devono trovare tutti gli orientamenti filosofici, culturali e religiosi.

Per fortuna dell'Italia, noi avevamo un presidente della Repubblica come Ciampi che di fronte al Papa non ha avuto nessuna incertezza nel difendere la laicità dello Stato.

LAICISMO E LAICITA’…

 

Dopo gli incontri dell’uomo da marciapiede mi è venuta voglia di approfondire questa storia del “laicismo”, guardo perciò sul vocabolario e ci trovo tre definizioni: una neutrale, una cattolica ed una agnostica:

NEUTRALE - “Il Laicismo (considerato da alcuni sinonimo di laicità) è il concetto di separa-zione tra stato e chiesa, ovvero l'assenza di interferenze religiose nelle politiche di governo.” (da “Wikipedia”–enciclopedia su Internet);

CATTOLICA (vagamente integralista) - “E' difficile dare una definizione del laicismo, poiché esso esprime uno stato d'animo complesso e presenta una multiforme varietà di posizioni. Tut-tavia in esso è possibile identificare una linea costante: una tendenza, una mentalità di opposi-zione sistematica ed allarmistica verso ogni influsso che possa esercitare la religione in genere e la gerarchia cattolica in particolare sugli uomini, sulle loro attività ed istituzioni.” (dalla Lettera dell'Episcopato al Clero nel sito Karamazov. www.Karamazov.it offre alcuni contributi e rifles-sioni sugli errori del pensiero laicista. Testi, tra gli altri, di Joseph Ratzinger (Papa Benedetto XVI), Don Luigi Giussani (fondatore di Comunione e Liberazione), ecc.)

AGNOSTICA (decisamente rigorosa) - “Pur essendo solennemente sancito dalla Corte costitu-zionale, il principio della laicità dello Stato fatica a trovare applicazione in una nazione (l’Italia) che si trova ad avere al suo interno (all’interno della sua capitale) uno staterello teocratico (il Vaticano), sede della più diffusa organizzazione religiosa mondiale.” (da www.uaar.it – Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti della cui presidenza fanno parte tra gli altri due scien-ziati ben noti a chi guarda la tv: Margherita Hack, la nota astronoma e Danilo Mainardi, il noto etologo che è spesso a Quark).

Inutile dire che mi trovo più schierato con la prima definizione: sono sempre stato un moderato e del resto a nessuno sono mai piaciuti i “talebani” che costringono “per legge” le loro donne a tenersi il “burka”: vogliamo anche noi uno stato islamico?

LIBERA CHIESA IN LIBERO STATO

 

La religione cattolica non è più “religione di stato” in Italia, dal 1984, quando Craxi firmò la revi-sione dei Patti Lateranensi (che risalivano a Mussolini nel 1929) e, di conseguenza, non è più ob-bligatorio che il crocefisso sia nelle aule delle scuole e dei tribunali.

Si tratta solo di una tradizione e come tale deve essere considerata: una abitudine inveterata non un obbligo.

E del resto i socialisti, quelli davvero laici, come Saragat e Nenni, avrebbero fatto volentieri a meno dei Patti Lateranensi e infatti, all’Assemblea Costituente votarono contro l’art.7 (quello che prevede che i rapporti tra lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e so-vrani e che i loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi).

Togliatti invece (ottenuta la premessa sulla indipendenza e sovranità con la mediazione di Dossetti) si schierò con De Gasperi e l’art.7 passò nell’Assemblea Costituente con 350 voti a favore (D.C., P. C.I., destra e vecchi laici) e 149 no (socialisti, azionisti, repubblicani ed alcuni liberali) – pratica-mente una Rosa Nel Pugno di 50 anni fa – ahimè, passa il tempo… ma le nespole non maturano!

Camillo Benso Conte di Cavour nel primo Parlamento d’Italia aveva lanciato il famoso slogan “Li-bera Chiesa in libero Stato” (a questo proposito suggerisco a tutti una lettura interessante che ho fat-to proprio in questi giorni “Libera Chiesa in libero stato? – Il Vaticano e l’Italia da Pio IX a Bene-dettoXVI” di Sergio Romano – Ed. Longanesi & c.)

ALBERGO SUL MARE: 5.500 MC. SU 950 MQ.

 UNA NOTTE A COGOLETO

 

La Commissione Edilizia Integrata del Comune di Cogoleto ha approvato da più di un anno il pro-getto di un albergo che potrebbe sorgere all’Isorella dove un tempo ci aspettavamo che sorgesse la Caserma dei Carabinieri.

Il Piano Regolatore del Comune di Cogoleto prevede per quell’area una destinazione per servizi di interesse comune (la caserma appunto).

Non si capisce come la Commissione Edilizia Integrata abbia potuto approvare un progetto in con-trasto con il P.R.G. se non con l’avvio da parte del Comune di Cogoleto di una “ennesima” variante al P.R.G..

Molti abitanti dell’Isorella sono preoccupati che sorga in uno dei punti più belli di Cogoleto un e-comostro.

In un primo momento ho pensato che forse hanno paura di vedersi rovinata, dopo averla pagata “ca-ra”, la vista verso Portofino ma poi mi sono informato.

Ho sentito dire che la Caserma non si è fatta perché l’impresa ha proposto al Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri un canone di locazione esagerato e così non se ne è fatto niente.

Sul progetto dell’albergo osservo:

Se si tolgono 950 mq. di terreno destinato a servizi di interesse comune è certo il Comune che il P.R.G. conservi la sua validità (rispetta i minimi di aree per servizi?) – è stata fatta una verifi-ca?;

Rispetta le disposizioni del P.R.G. e del Regolamento Edilizio e di Igiene il previsto sbanca-mento per impostare l’albergo al livello dell’Aurelia? (ben oltre i 3 m. regolamentari);

E’ normale che si costruisca sui confini (l’albergo è piazzato sia ad ovest che a nord sul confi-ne)? (vedi Norme di Attuazione del P.R.G. e D.M. n. 1444/68: 5 m. dai confini e 10 m. dagli e-difici);

L’indice di costruzione non deve rispettare quanto prescritto dal D.M.n.1444/68? – 5 mc./mq. – l’indice fondiario del progetto è 5,9 mc./mq.;

E’ buffo che sino a che si trattava di Caserma si progettava un volume di circa 1.100 mc. ed ora che si tratterebbe di un privato arriviamo a 5.500 - per quale ragione si è quintuplicato il volume rispetto alla Caserma? Il Comune di Cogoleto ha debiti nei confronti dell’impresa Edil levante derivanti dal Piano Particolareggiato dell’Isorella?

Non è chiaro dove saranno trovati i parcheggi necessari per l’albergo (36 camere + personale) – ci auguriamo che oltre ai 2 posti pubblici che si perdono per l’ingresso non vengano sottratti al-tri posti pubblici lungo l’Aurelia come è già successo in Via Mazzini per un passo carraio piut-tosto famoso.

A noi fa piacere che a Cogoleto si costruiscano degli alberghi e saremmo felici che ce ne fossero tanti, basta che non sia una scusa per giustificare speculazioni immobiliari.

E già che parliamo di alberghi, siamo interessati a sapere, prima che vengano approvati altri progetti di alberghi, che fine hanno fatto gli alberghi previsti ed approvati per il Golf e per il villaggio O-landese e perché nell’ufficio INFORMAZIONI TURISTICHE recentemente aperto non si trovano i prezzi degli alberghi di Cogoleto è una mancanza del Comune o degli albergatori?

Come si vende un prodotto se non si sa il prezzo?

VIA POGGI: VENDESI APPARTAMENTO 98 MQ.  350.000 EURO

 

Uno degli argomenti che hanno animato la campagna elettorale delle recenti elezioni comunali è stato l’andamento del mercato immobiliare (da tutti considerato esagerato) e la disponibilità di case per nuclei familiari normali a prezzi normali (magari con qualche intervento in più di edilizia eco-nomica e popolare).

Uniti per Cogoleto, Tutti per Cogoleto, Forza Cogoleto e Cogoleto 2006 hanno promesso tutti di impegnarsi in questo campo.

Ora il Sindaco Zanetti vende all’asta un appartamento di 98 mq. lordi al piano rialzato di un fabbri-cato pluripiano con prezzo base di  350.000 euro pari a 3.571 euro/mq.

Per più di 30 anni l’appartamento è stato un ambulatorio medico.

Gli uffici nella stessa zona vanno da un minimo di 2.000 euro/mq. ad un massimo di 3.000 euro/mq e perciò saremmo un 20% sopra i valori di mercato più alti.

Ma è un appartamento ci dicono.

L’Osservatorio dei valori immobiliari del Ministero delle Finanze indica per abitazioni di tipo civile nelle zone centrali di Cogoleto un valore minimo di 2.600 euro/mq ed un valore massimo di 3.900 euro/mq per stato di conservazione normale (Fonte: Agenzia del Territorio-Osservatorio del Mer-cato Immobiliare).

Per stato di conservazione si intende la condizione strutturale manutentiva nella quale si trova un immobile, sia per quanto riguarda gli elementi materiali della costruzione (pavimenti, pareti, soffitti etc.) che per gli impianti (impianto elettrico, idraulico, riscaldamento etc.).

Dopo 30 anni d’uso siamo più vicini allo scadente che al normale e se è vero che l’appartamento ha più o meno 50 anni ci sembra che, tenendo conto della posizione centrale, della vista (con annessi rumori) che si gode dalle sue finestre il prezzo a base d’asta non dovrebbe essere superiore a 2.000 euro/mq. 3.571 euro/mq non aiutano certo a calmierare il mercato immobiliare cogoletese già di per sé abbastanza “accaldato” soprattutto se si pensa a quanti altri bisogna spenderne per renderlo effet-tivamente abitabile.

Mi dicono che il ricavato sarà utilizzato per acquistare dalla Provincia degli appartamenti in Piazza Daneo a Pratozanino.

Ottimo proponimento, ma, come diceva Macchiavelli “il fine giustifica i mezzi”?