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Quel che succede

COGOLETO ALLE OLIMPIADI

SE SI CREASSERO 700 POSTI...

NON METTIAMO LA MUSERUOLA

LA LEGA NORD RISPONDE

GINNASTICA IN PRIMA FILA

ANCHE COGOLETO ALLE OLIMPIADI DI TORINO

Organo Associazione Culturale COQUOLITHOS  Torre dello Scalo, Cogoleto (GE)  Anno 15  N° 77 Aprile 2005  DISTRIBUZIONE GRATUITA  www.cogoleto.info/cogoletonews  e mail: cogoletonews@tiscali.it   WebMaster: duebi

Oculus centro ottico

Anche Cogoleto…alle

 Olimpiadi di Torino 2006.

 Fra i venticinquemila volontari che hanno contribuito non poco al successo organizzativo dei Giochi Olimpici svoltisi a febbraio nel capoluogo piemontese e nelle valli di Susa e Chisone ci sono stati tre cogoletesi più un quarto che… in pratica si può considerare tale. I nomi? Bruno e Claudio Ulivi, padre e figlio, Paolo Bruzzone e Matteo Vacchi. L'esperienza per tutti è stata indimenticabile, di quelle da raccontare fra qualche decina di anni a figli e nipoti. Ma lasciamo che siano gli stessi protagonisti a parlare. 

Claudio Ulivi: "sono stato fra i primissimi a fare la richiesta per fare il volontario. Da dirigente sportivo, da appassionato di tutti gli sport e della montagna, l'idea di vivere "da dentro" un avvenimento così importante mi elettrizzava. Ho poi la fortuna che i miei genitori possiedono una casa da tanto tempo a Sauze d'Oulx, proprio davanti alla pista del Freestyle, per cui con quasi due anni di anticipo sulle Olimpiadi ho fatto la domanda poi… ho contagiato anche mio padre". Papà e figlio hanno vissuto l'esperienza in parte parallelamente. Entrambi sono stati assegnati al sito olimpico del Freestyle, Claudio inquadrato nel settore stampa come Assistente ai fotografi, Bruno nell'accoglienza agli spettatori. "Personalmente", dice ancora Claudio, "ritengo di aver avuto un bellissimo incarico. Ho vissuto dieci giorni in sala stampa con i giornalisti di tutto il mondo (dove ero io soprattutto cinesi, australiani e nord americani) e, durante le gare e le premiazioni, direttamente in pista alle spalle dei fotografi. Ma quello che ti rimane dentro non è solo l'evento agonistico, quanto l'emozione della festa, della universalità di bandiere, di lingue, razze che ti circonda. Mi vengono ancora i brividi di commozione quando penso all'epilogo, alla scena finale dei volontari e dei maestri di sci che avevano lavorato all'organizzazione, chi come me per sole due settimane ma anche chi per mesi interi, a rotolarsi lungo la pista come bambini e poi tutti assieme a cantare "Fratelli d'Italia". Papà Bruno ha lavorato non solo a Sauze d'Oulx, ma anche a Bardonecchia (gare di snowboard), Borgata di Sestriere (sci alpino) e,  a marzo, ha continuato a Sestriere alle Paralimpiadi. "È stata un'esperienza gratificante ma anche difficile da svolgere bene. Molti di noi volontari non sono stati in collegamento diretto con le gare, io personalmente ho visto poco ma essere a contatto con gli spettatori di tutto il mondo, essere accogliente e disponibile con loro, fargli vivere le Olimpiadi come una festa, è già questo motivo di soddisfazione personale. Poi l'esperienza alle Paralimpiadi  è stata commovente, dovremo tutti prendere esempio da questi atleti che hanno reagito alle loro sfortune, ai loro handicap trovando nello sport  un occasione di rivincita sulla vita. Sono orgoglioso di essere stato uno dei volontari olimpici; ancora adesso quando indosso la mia divisa, quando la porto su e giù per le piste da sci di Sauze d'Oulx mi sento un po' protagonista, quasi che l'attenzione al cui centro in quei giorni siamo stati anche noi continui ad esserci".

La rappresentanza cogoletese a Sestriere, sede principale delle gare di sci alpino, era come detto composta da Paolo Bruzzone e Matteo Vacchi, accomunati tutte e due con Claudio Ulivi dalla lunga militanza (come allenatori e ora come dirigenti) del Cffs Cogoleto Basket. È stato proprio Claudio a parlare a loro due dei "progetto volontari" e prima Paolo (che possiede casa al Sestriere) con la sua ragazza Silvia e poi Matteo (che ha "strappato" l'ospitalità all'amico) hanno fatto la richiesta. Parla Paolo Bruzzone. "Entrambi siamo stati destinati all'accoglienza agli spettatori. Siamo stati impegnati tantissimo perché al Colle e a Borgata di Sestriere in pratica c'erano gare o allenamenti tutti i giorni. Abbiamo fatto turni anche di 12 ore (ad esempio il giorno della gara di Super G maschile) ma la soddisfazione di vedere le gare, i campioni ed i giornalisti famosi ad un passo da noi, ci ha fatti sentire importanti, tanto che le "levatacce" alle 6 di mattina, i meno 15 gradi di temperatura, le ore ed ore sotto le nevicate alla fine non pesavano più di tanto. Poi a Sestriere, dove c'era il Villaggio Olimpico degli atleti ed il  Media Center, l'atmosfera olimpica si respirava a pieni polmoni, il paese era sempre affollato di tifosi e di vip, giorno e notte. L'unica grossa delusione è stata l'ultimo giorno, quello della gara di Slalom maschile. Ero di servizio in tribuna, ottima visione sulla gara, speravo come tutti gli italiani nella medaglia di Giorgio Rocca ed invece dopo 32 secondi... senza parole". Matteo Vacchi, il giorno dello Slalom, era di servizio all'ingresso della tribuna d'onore, fra il Re di Svezia, il Principe di Monaco, l'Infante di Spagna e tanti altri vip: "Personaggi famosi me ne sono transitati tanti vicino non solo quel giorno in cui forse ce ne erano più del solito. Anche questo ci ha fatto sentire importanti, al di là dell'atmosfera di festa e dell'importanza di un Olimpiade che per qualsiasi appassionato di sport rimane sempre un avvenimento unico".  Due settimane da raccontare, ricche di ricordi, di flash back nella mente e nel cuore. E se nel 2016 anche le Olimpiadi Estive si svolgeranno in Italia (magari a Roma…come spera Paolo e lui sa perché) …certamente da ripetere.

 

                                                   U. C.

 IL PROBLEMA DEI “RUSSATORI”

Una delle occupazioni più difficili era quella di appianare le divergenze fra uomini che vivevano e dormivano vicini da mesi e mesi.

Molti comandanti avevano lasciato questo incarico dopo poche settimane con i nervi sconvolti. Quando arrivò la primavera questa incombenza tocco a me: chiamai questo l’ufficio reclami e con l’aiuto di un primo ufficiale e di una macchina per scrivere lo sistemai in una cameretta in una baracca e quando il tempo era buono si lavorava all’aperto.

Le lamentele più frequenti erano quelle per i “russatori” che pian piano riuscimmo a sistemare tutti assieme dopo aver controllato l’ intensità dei loro concerti. In una accurata graduatoria risulto primo il mio caporale di macchina, Angelo Barbieri di Framura; batteva tutti come intensità e diversità di suoni e realmente faceva pensare ad una segheria a vapore in piena attività.

Assieme ad altri tre o quattro che cercavano di emularlo riuscimmo ad isolarli in un altra baracca e cosi venne risolto il problema del “russaggio”. Tutti gli altri problemi portati dal vivere comune senza far nulla si risolvevano da soli non pigliandoli sul serio. Quasi ogni giorno si presentavano nell’ufficio due o tre persone che decidevano di cambiare posto. Si annotavano le loro generalità, il numero del loro letto e della baracca assicurando loro che sarebbero stati avvertiti non appena si fosse trovata un altra persona disposta a cambiare quel posto. Quasi sempre quando pochi giorni si aveva la possibilità di un cambio, il reclamante mandato a chiamare rispondeva che ci aveva pensato su e aveva deciso di non cambiare.

Anche nelle giornate più rigide e sotto le nevicate mai mancavo le mie passeggiate all’aperto con qualche altro compagno.

Si ritornava dopo qualche ora con il petto del cappotto completamente ricoperto dal fiato gelato. Era però un freddo secco intorno ai quindici-venti sotto zero che faceva muovere in fretta e dava un ottimo appetito. Fra la popolazione del campo mai vi fu un raffreddore né un caso di influenza né di qualsiasi altra malattia delle vie respiratorie. Si ebbero invece molti casi di appendicite. Questi casi venivano operati nell’ospedale del campo dove operava un dottore capitano della marina americana assistito dal dottore del “Conte Biancamano”. Secondo i dottori, questi frequenti casi erano dovuti a scarsità di olio d’oliva nella nostra alimentazione.

Lentamente il 1942 se n’era già andato ed eravamo già nel 1943. La primavera aveva sciolto la neve sui prati e a marzo già si poteva giocare a calcio, a bocce, ai ferri di cavallo con un sensibile miglioramento del morale del campo. Nel nostro campo molti non si salutavano quando si incontravano, altri cambiavano direzione per non incontrarsi; erano frequenti i litigi e qualcuno doveva essere ricoverato per squilibri mentali.

Dato il peggiorare di questa situazione, attraverso l’ambasciata Svizzera si chiese l’autorizzazione al nostro governo a Roma di poter andare a lavorare fuori dal campo, in attività che non fossero connesse con la guerra. Dopo un mese ci venne accordata questa facilitazione.

Nel mese di aprile, una commissione composta dal comandante del campo, Mister Frazer, da un giudice federale, da un rappresentante della Croce Rossa internazionale e da un alto funzionario dell’ambasciata Svizzera procedette ad interrogare ognuno di noi. “Perché vuoi uscire dal campo?” “Perché è da lungo tempo che sono chiuso senza possibilità di distrarmi col lavoro” “Che cosa desideri fare potendo uscire dal campo?” “Desidero lavorare all’aperto anche in lavori manuali” ”Che esperienza hai in lavori agresti, coltivazioni, raccolti, lavori forestali?” purtroppo a questa domanda tutti dovemmo rispondere “ Nessuna”.

Meno che i vecchi, gli infermi e i fascisti accaniti, tutti eravamo propensi ad uscire dal campo malgrado con la primavera si fosse trovato un lavoro più o meno utile per tutti quelli che volevano lavorare. Anche nel campo ogni baracca aveva messo in opera un giardino ed un orto con sementi comperate a Missoula o rivendute da parenti o paesani dalla California. Anche il basilico per fare il pesto era apparso in molti orti.

 

                     Brani tratti da

“GUARDANDO LA SCIA”

di Alessandro Recagno, Comandante cogoletese dalla  navigazione a vela

Selezionati  e preparati 

da Luca Palman

L’UNITRE E IL VOLUME:

 “RIVIERA BAROCCA”

 

Il 29 aprile  nell'Auditorium di Cogoleto è stato presentato il libro “Riviera Barocca” pittura e  scultura lignea nelle chiese liguri,  voluto, progettato e portato a termine dall'Unitre di Arenzano - Cogoleto in collaborazione con le Unitre della Liguria. L'idea nacque nel 2004 anno  in cui Genova fu scelta quale capitale della cultura europea, per valorizzare il barocco ligure al di fuori di Genova  e contribuire  a far conoscere opere di grande valore  appartenenti a paesi e borghi della riviera, che Genova aveva un poco oscurato. Inizialmente si voleva fare una guida per quanti volessero scoprire la bellezza e la ricchezza di quel fortunato e splendido periodo in cui Genova fu veramente Superba e la cui luce si riverberò in tanti altri luoghi della nostra regione. In seguito si cambiò idea, poiché vennero letteralmente scoperte opere di straordinario valore artistico, poco conosciute e valorizzate solo localmente: si pensò allora ad un vero e proprio libro di arte in quanto non esisteva un'opera di riferimento su tale tema. Determinante è stato il contributo della Regione Liguria che credette nel nostro progetto e ci incoraggiò in tal senso. Ecco allora  il 29 aprile il frutto, a giudicare dal numero dei presenti, gradito, del nostro lavoro, delle nostre ricerche, delle nostre fatiche durate due anni.

Anche Cogoleto ed Arenzano  "sono entrate" nel libro e fanno la loro bella figura con alcune opere scelte e commentate in" Riviera Barocca".

Nelle foto alcuni momenti della presentazione del volume.

 

Il nostro Coro

Forse non tutti sanno che la nostra associazione ha un coro femminile che funziona molto bene; chi ne fa parte è entusiasta perché ha trovato risposta ad una sua motivazione e anche un'occasione di socializzazione: cantando insieme si possono trascorrere ore piacevoli! Il coro si è già esibito anche a Cogoleto riscotendo approvazione ed applausi.

Le signore che volessero farne parte, sono pregate di contattarci: saranno ben accolte!

 

                                  Ada Bongiovanni

 

"Pesach":

La Pasqua Ebraica

dal corso "Cultura Ebraica"

 

Certamente la festività maggiormente carica di significato per ogni famiglia ebraica è la festa di Pesach, la Pasqua, che cade il 15 del mese di Nissan, generalmente in aprile e dura 7 giorni (8 per gli Ebrei della Diaspora). Pesach celebrava la primavera, il primo raccolto dell'orzo, ma soprattutto in seguito ha commemorato, e commemora a tutt'oggi, l'uscita degli Ebrei dall'Egitto, dopo un periodo di schiavitù durato 400 anni, per conquistare l'identità di popolo ebraico. È nota la vicenda biblica dei dieci castighi che piegarono la volontà del faraone (Ramses II?); la parola Pesach "passare al di sopra - oltrepassare" ricorda che l'Angelo del Signore risparmiò le case degli Ebrei e i loro primogeniti.

Si può interpretare la parola anche come "Péh-Sa'h" ed allora significa "bocca che parla", e si riferisce all'obbligo per i discendenti di quel popolo di raccontare l'uscita dall'Egitto e ciò che questo fatto storico comporta: raccontare la libertà che è anche libertà di raccontare, di raccontarsi, di dialogare tra genitori e figli.

 

Obbligazioni di

"Pesach"

 

Durante tutto il periodo pasquale vigono alcuni precetti: È vietato consumare, possedere e persino vedere del "Hametz", vale a dire tutti quegli alimenti che possano contenere del lievito e per estensione tutti quegli alimenti che contengano farina o uno dei cinque cereali: grano, orzo, avena, spelta e vecce, poiché sono cereali che fermentano. I preparativi per una famiglia ebraica sono molto complessi, ma anche gioiosi; iniziano settimane prima con la pulizia della casa in modo rigoroso al fine di togliere ogni briciola, anche la più piccola, da mobili, stoviglie, tasche di grembiuli o abiti, angolini della casa e persino dalle pagine dei libri, per soddisfare al primo divieto che riguarda il "hametz". Nelle case dove vivono dei bambini verrà nascosto un sacchetto contenente hametz ed alla fine di una speciale ricerca fatta a lume di candela preceduta da un'apposita benedizione, il bimbo più attento che avrà trovato il materiale "incriminato" riceverà un premio. Ora la casa è in perfetto ordine per celebrare degnamente il Seder.

L'usanza di effettuare radicali pulizie si sono perpetuate anche nelle case dei non ebrei, sotto forma delle grandi pulizie di primavera.

 

Il secondo obbligo riguarda la consumazione del pane azzimo, o "Matzà" (pl. matzoth), che gli Ebrei fecero cuocere prima della fuga e che non ebbero il tempo di far lievitare; è anche il pane della "miseria" perché consumato da coloro che erano schiavi.

 

La terza prescrizione riguarda la celebrazione del "Seder" cioè la cena della vigilia pasquale; il Seder di Pesach corrisponde per i cristiani all'ultima cena di Gesù il quale si era appunto riunito coi suoi apostoli per celebrare la pasqua secondo il rituale ebraico. La parola Seder, infatti, significa "ordine" in quanto tutta la cena si svolge, con lo stesso cerimoniale, per tutti gli ebrei sparsi nel mondo e da tempi antichissimi. Certamente col passare dei secoli ci sono state alcune varianti, ma che riguardano soltanto i canti che accompagnano la cena. Chi non conosce la canzone "Alla fiera dell'Est" ripresa e cantata da Angelo Branduardi? Ebbene, si tratta di un antico canto pasquale della tradizione giudaico-spagnola degli ebrei del Marocco.

 

                 Miriam Coen Giordana

“INFORMALAVORO”

 ANCHE A COGOLETO

 

 

ALCUNE DOMANDE A

SILVIA FAZIO

RESPONSABILE

A COGOLETO

DI “INFORMALAVORO”

 

Ci presenti il servizio offerto dallo sportello Informalavoro.

 

Nasce nel 2001, grazie ad un accordo tra la Provincia di Genova, i Comuni di Arenzano, Cogoleto e Mele, e la Comunità Montana Argentea. In questi anni si è sviluppato fino a diventare una vera e propria appendice del Centro per l'Impiego, perché offre gli stessi servizi, tranne gli adempimenti amministrativi. Dal novembre del 2005 si è deciso di decentrare ulteriormente questo servizio, ed è stato portato, anche fisicamente, a Cogoleto.

 

A chi si rivolge questo servizio?

 

A chiunque sia interessato a conoscere il mondo del lavoro: disoccupati, occupati, aziende, professionisti.

A chi cerca lavoro; a chi cerca di orientarsi nel mondo del lavoro; a chi vuole frequentare un corso di formazione; a chi intende avviare un attività in proprio; a chi vuole aggiornarsi professionalmente; a chi cerca nuove opportunità.

 

Che tipo di servizi offre il vostro sportello?

Intanto, cominciamo col dire che i nostri servizi sono gratuiti.

Noi offriamo principalmente la consulenza orientativa: attraverso il colloquio di orientamento, si affrontano  le tematiche legate alle situazioni personali dell'individuo, i suoi obbiettivi professionali, che poi cerchiamo di mettere in relazione con il mercato del lavoro.

Valutiamo i potenziali e il livello di occupabilità della persona. A seguito del colloquio di orientamento proponiamo percorsi personalizzati, che possono prevedere, ad esempio, un tirocinio. O una formazione professionale. Ma anche un bilancio di competenze, una partecipazione a dei seminari tematici, l'autoconsultazione delle pubblicazioni e dei giornali con le offerte di lavoro. A volte arriviamo addirittura a promuovere l'imprenditoria: ci sono state persone che sono venute da noi cercando lavoro e che si sono accorte di avere una buona idea imprenditoriale, che si è sviluppata fino ad arrivare alla realizzazione di un'impresa autonoma.

 

Che cos'è un tirocinio?

 

Una simulazione di lavoro. Il colloquio di orientamento è sempre fondamentale: se emerge la necessità di acquisire competenze, di migliorare la propria professionalità e di avere una concreta esperienza a livello di curriculum, lo strumento migliore è il tirocinio.

Rappresenta un'esperienza formativa direttamente in azienda. Ha una durata che può variare dai tra ai sei mesi, e prevede anche quello che chiamiamo "sussidio alla formazione": 300 euro che vengono riconosciuti al tirocinante da parte della Provincia di Genova, al termine del periodo del tirocinio.

La struttura del tirocinio si sviluppa attraverso un progetto formativo, in cui vengono inserite le mansioni e le competenze che il tirocinante deve acquisire durante questo periodo.

 

Esiste la possibilità di completare la propria formazione? Migliorare il proprio inglese, imparare ad usare meglio il computer…

 

Certamente: oltre ai casi di formazione "tradizionale", finalizzata al conseguimento di una qualifica professionale (e questo aspetto lo approfondiremo meglio in seguito), esistono corsi più brevi in ambito linguistico e informatico, che consentono di acquisire conoscenze estremamente richieste dal mercato del lavoro.

Inoltre, da un po' di tempo è possibile anche ottenere un contributo economico del valore massimo di 1290 euro, che permette di accedere a percorsi formativi non inseriti nella programmazione gratuita provinciale.

 

Quindi, è possibile utilizzare questi finanziamenti per partecipare, ad esempio, ad un Master?

 

Sì, assolutamente, basta rivolgersi al nostro sportello Informalavoro. A seguito del colloquio viene valutata la richiesta di finanziamento: e se questa viene accolta, si apre la pratica istruttoria. Spetta poi alla Provincia valutare se erogare o no il finanziamento.

 

Che altri servizi offrite?

 

Intanto: c'è una persona che può aiutare chi ha bisogno di compilare, magari per la prima volta, un curriculum vitae. Poi: abbiamo un operatore che fornisce delle informazioni sulle professioni e sulle modalità di ricerca attiva del lavoro. E che all'occorrenza sa dare supporto nell'affrontare il colloquio di selezione. A proposito di questo, vengono organizzati ciclicamente dei seminari tematici, che affrontano l'argomento e simulano il colloquio di selezione, analizzandone gli aspetti più critici.

 

Per completezza di informazione: quali sono gli orari dell'Informalavoro?

 

Lo sportello ha sede ad Arenzano, presso il Centro Malerba di via Terralba: ma ogni giovedì mattina, dalle 9 alle 12, un operatore è presente nella sala giunta del Comune di Cogoleto, ed è a disposizione di chiunque sia interessato. Si può telefonare al numero 010/8590026 o 010/8590027 o 010/8590028; ma si può anche inviare una e mail a

silvia.fazio@centromalerba.it o visitare il sito Internet del Comune di Cogoleto, sezione Informalavoro.

 

                                  Diego Ponzé

 

                

 

 

 IN DIRETTA DALL’ISTITUTO

COMPRENSIVO DI COGOLETO

 

UNA SCUOLA CON

SENSIBILITÀ ECOLOGICA

Il programma "Eco-Schools"

a Cogoleto

 

La scuola "Recagno" si candida ad ottenere la bandiera verde quale riconoscimento per il proprio impegno ambientale

Nell'anno scolastico 2005/2006 la scuola secondaria di primo grado "Recagno" ha aderito, con il supporto del Comune di Cogoleto, al programma "Eco-Schools" promosso dalla FEE (Foundation for Environmental Education - Fondazione per l'Educazione Ambientale).

La FEE è un'organizzazione internazionale non governativa e no-profit, che agisce a livello mondiale ed è attualmente presente con le proprie organizzazioni in 42 paesi, europei e non; il suo obiettivo è la diffusione delle buone pratiche per la sostenibilità ambientale, attraverso attività di educazione ed informazione.

Da alcuni anni anche in Liguria è presente una diramazione regionale delle FEE, che agisce portando avanti la ben nota campagna europea "Bandiera Blu" per le spiagge e gli approdi, oltre a divulgare e sviluppare diversi programmi rivolti alle scuole. Tra questi, particolare incremento è stato data dalla FEE Liguria al percorso "Eco-Schools", che è stato adottato da parecchi istituti scolastici a livello regionale.

Quest'anno, grazie al contributo delle Amministrazioni Comunali, il comprensorio della Riviera del Beigua, con il supporto del Centro per l'Educazione allo Sviluppo Sostenibile Riviera del Beigua, ha incentivato l'adesione degli istituti scolastici del territorio al progetto. Questo si inserisce infatti a pieno titolo nei percorsi di Agenda 21 locale e nelle iniziative condivise dei Comuni della Riviera nell'ottica della sostenibilità ambientale, tra le quali i percorsi di certificazione ISO 14001 e registrazione EMAS.

"Eco-Schools" è un percorso di educazione, gestione e certificazione ambientale rivolto alle scuole di ogni ordine e grado, che si applica all'ambiente di vita della comunità della scuola, con al centro l'edificio scolastico e il suo sistema di relazioni in termini di:

- impatto ambientale,

- formazione e didattica sui temi ambientali

- stili di vita degli attori coinvolti.

Nel corso del progetto viene realizzato un percorso articolato, finalizzato a indagare sull'impatto ambientale della scuola e a migliorare la sostenibilità dell'edificio scolastico (intervenendo ad esempio sulla riduzione degli sprechi, sui consumi, sulla mobilità sostenibile, sulla riqualificazione degli spazi…).

Eco-Schools è sia un programma che un riconoscimento di livello europeo: le scuole che porteranno a termine tutte le tappe essenziali del programma riceveranno dalla FEE la "bandiera verde", quale riconoscimento di eccellenza ambientale.

A Cogoleto hanno aderito al progetto le classi 2 A e 2 B della scuola secondaria di primo grado "Recagno".

Ma che cosa stanno facendo gli alunni e gli insegnanti? E come si svolgono le loro attività? Ecco una breve storia del progetto, che ha avuto inizio nell'autunno 2005.

 

BREVE STORIA

DEL PROGETTO

 

Il percorso si è avviato con la costituzione di un "Eco-comitato": un gruppo di lavoro costituito da insegnanti, genitori ed alunni e supportato da un responsabile del Centro per l'Educazione allo Sviluppo Sostenibile. L'eco-comitato si riunisce periodicamente per esaminare la "condizione ambientale" della scuola, per individuare i problemi più importanti e le attività da organizzare per risolverli.

Nel nostro caso, l'eco-comitato ha scelto di coinvolgere la scuola in un'indagine più approfondita relativa a due tematiche: i consumi della mensa e la riqualificazione del cortile.

 

LA RIQUALIFICAZIONE

DEL CORTILE

 

La 2 A si è così concentrata sul cortile scolastico. È stato dapprima organizzato un sondaggio tra tutti gli alunni, per chiedere ai compagni cosa avrebbero desiderato ci fosse nel cortile e come avrebbero voluto modificarlo per renderlo più vivibile.

Sulla base dei risultati è stato quindi preparato un progetto di riqualificazione, tenendo conto delle caratteristiche di importanza e fattibilità delle proposte emerse e condividendo la fase di elaborazione con l'Amministrazione. La versione definitiva del progetto prevede l'inserimento di panchine, una rastrelliera per biciclette, la risistemazione delle aiole e degli spazi verdi, l'inserimento di un canestro da basket. Si prevede inoltre di ridipingere alcune porzioni di muro e selciato con murales e di mascherare i cassonetti dell'immondizia con un pannello decorato.

Il progetto ultimato è stato consegnato all'Assessore all'Ambiente del Comune ed esposto a scuola per essere condiviso con i compagni. L'Amministrazione ha accolto le richieste della scuola: i miglioramenti proposti verranno quindi realizzati, in parte dagli stessi alunni e in parte con la collaborazione del Comune. L'avvio dei lavori è previsto a breve: prima della fine dell'anno scolastico il cortile comincerà quindi a mostrare il suo nuovo volto, abbellito da piante e fiori, anche se per la realizzazione di tutti gli interventi occorrerà attendere il nuovo anno.

 

INDAGINE SUI

CONSUMI DELLA MENSA

 

La 2 B ha scelto invece di "indagare" sui consumi della mensa scolastica, con l'obiettivo di ridurre gli sprechi. Anche in questo caso è stata dapprima effettuata un'indagine che ha coinvolto tutti gli alunni, per verificare i comportamenti prevalenti e l'atteggiamento dei compagni nei confronti del cibo. Sono inoltre state scelte alcune "giornate-tipo" nelle quali i rifiuti della mensa sono stati raccolti, divisi per tipologia  e pesati separatamente.

Ecco i risultati dell'indagine…

 

 

Ed ecco, nella tabella successiva , un esempio delle "pesate" dei rifiuti della mensa

 

DATA 3 Aprile 2006

Numero pasti 81

 

È stato quindi organizzato un incontro informativo con la responsabile del servizio scuola del Comune, abbinato ad una campagna di sensibilizzazione sullo spreco del cibo, per invitare i compagni ad un comportamento più consapevole. La campagna inviterà in particolare i ragazzi a non lasciare sul tavolo la frutta che viene loro servita, ma, se non la consumano subito,  a metterla negli zaini per mangiarla a merenda o durante la giornata. Tutti saranno inoltre informati che le bottiglie vuote di plastica vengono avviate alla raccolta differenziata ed è quindi importante non sporcarle per consentirne il riciclaggio. Si sta anche definendo un accordo con un'associazione animalista, perché almeno una parte del cibo avanzato possa venire ritirata e recuperata per gli animali.

Tutte le attività vengono condotte con il supporto del Centro per l'Educazione allo Sviluppo Sostenibile, che accompagna la scuola lungo il percorso di certificazione. Se il lavoro sarà giudicato idoneo, alla fine dell'anno scolastico la scuola riceverà la "Bandiera Verde" a riconoscimento del proprio impegno. Questo premio non rappresenta però la conclusione del percorso: la certificazione viene rinnovata di anno in anno ed è quindi indispensabile che i risultati ottenuti vengano migliorati nel tempo, perché la Bandiera Verde possa continuare a sventolare.

 

                                  Monica Bozzano

Il progetto di riqualificazione

del cortile

La consegna del progetto

all'assessore Pansolin

Silvia Fazio

dello sportello “Informalavoro”

Data 3/4/06

Quantità in Kg.

%

Menù

cucinata

avanzata

 

Minestrone di verdure

24,900

6,850

27,5

Polpette con pomodoro

12,100

0,600

5

Piselli

11,900

3,300

28

Mele

8,100

4,960

61

Pane

4,050

0,700

17

Tovaglioli e tovagliette

0,900

 

 

Bottiglie in Pet

0,500